Il Regolamento UE 2619/2024, pubblicato dalla Commissione Europea, introduce una revisione significativa dei Limiti Massimi di Residui (LMR) per l’acido fosfonico negli alimenti. A partire dal 29 aprile 2025, le aziende del settore agroalimentare dovranno adeguarsi ai nuovi standard, aggiornando i propri piani di monitoraggio e collaborando con laboratori accreditati per garantire la conformità.
Cos’è l’acido fosfonico e perché viene regolamentato?
L’acido fosfonico è un residuo comunemente rilevato in prodotti agricoli trattati con fosfonati, sostanze usate come fungicidi o fertilizzanti. Sebbene abbia un ruolo nella protezione delle colture, la sua presenza negli alimenti è oggetto di monitoraggio per evitare possibili rischi per la salute dei consumatori. Con il nuovo regolamento, l’UE ha rivisto i limiti tollerabili, stabilendo valori più restrittivi in linea con il principio di precauzione e con i più recenti dati scientifici.
Cosa prevede il Regolamento UE 2619/2024?
A partire dal 29 aprile 2025, i nuovi LMR si applicheranno a una vasta gamma di prodotti alimentari (frutta, verdura, cereali, ecc.).
Le aziende dovranno:
Controllare i livelli di acido fosfonico nei prodotti finiti e nelle materie prime.
- Effettuare analisi residue presso laboratori accreditati ISO 17025.
- Aggiornare il piano di autocontrollo e i protocolli HACCP.
- Comunicare con i fornitori agricoli per garantire che le pratiche di utilizzo dei fosfonati siano sotto controllo.
Quali sono i rischi in caso di non conformità?
- Sanzioni e sequestri
Prodotti non conformi ai nuovi LMR potranno essere ritirati dal mercato, sequestrati o distrutti dalle autorità competenti.
- Blocchi all’esportazione
In caso di controlli alle frontiere europee, un alimento con residui oltre i limiti può essere respinto o bloccato alla dogana.
- Danni reputazionali
Il mancato rispetto della normativa può compromettere la credibilità commerciale dell’azienda, soprattutto se lavora con la GDO o mercati esteri.
Come adeguarsi in modo efficace
Le aziende del settore devono muoversi con tempestività, adottando un approccio integrato che includa:
- Revisione del piano HACCP per includere il controllo dei residui di acido fosfonico.
- Pianificazione di analisi mirate, affidandosi a laboratori accreditati per risultati affidabili e riconosciuti.
- Formazione del personale tecnico e operativo sui nuovi requisiti normativi.
- Verifica della conformità dei fornitori agricoli e aggiornamento dei contratti di fornitura.